Vincenzo Lopardo
Masse 17

Da una trentina di anni cerco di trovare una mia forma espressiva che rappresenti il giorno la notte il sogno l'uomo lo spazio la terra l'aria e i movimenti , ma anche più semplicemente forme cose e segni che stiano bene insieme e che "spero" diano piacere visivo  nella contemplazione . Mi piace affrontare il tema dal lato opposto , mettermi di lato e trovare una nuova lettura del reale , mi piace farlo attraverso processi di sottrazione e segni che liberi cerco di contenere . Mi piace pensare che la pittura  non è rappresentazione del "reale" ma interpretazione , mi piace la sorpresa che c è , mi piace perchè non sono il solo , mi piace per tanti altri motivi e soprattutto mi piace per quella sana e spietata insoddisfazione continua che mi spinge nel lavoro e nel giorno .



EVENTI E MOSTRE

Aprie 2017
"Incontro sul paesaggio" live painting sul tema del paesaggio all'interno del meeting , facoltà di Architettura di Ascoli Piceno .

Marzo 2017
"Enotica" live painting per il collettivo "Strade sterrate" ad "Enotica", Forte Prenestino ( Roma )

Agosto 2016
"S.Ginesio arte" mostra collettiva spazi comunali a Ripe S.Ginesio ( Mc )

Luglio 2016
"Tra il sole e la luna" festival di arti teatrali e plastiche a montone ( Te )

Aprile 2016
"Arte Malaga" arte fiera contemporanea , Malaga ( Spagna )

Marzo 2016
" ADUP" mostra personale al centro Pacetti di Monteprandone ( ap )

Agosto 2015
“aperture artistiche” mostra collettiva al centro storico di Spinetoli ( ap )

Luglio 2015
“L’altro Francesco” mostra collettiva itinerante nel centro storico di Ascoli P.

Giugno 2015
“Ritmi inchiodati” performance di interazione musicale-visiva nello studio d’arte Alfonzi ( ap )

Maggio 2015
“Paradoxa” mostra collettiva al centro Giovarti di Monteprandone ( ap )

Ottobre 2014
“Corrientes del Sur” simposio d’arte contemporanea in Higueras e Castellon de la Plana ( spagna )

Settembre 2014
“E.14” mostra personale presso UFO ass.cul. di San Benedetto del T. ( ap )

Luglio 2014
“Un percorso naturale” performance con l’artista Federica Simonetti e il musicista Davide Laudadio presso il centro Giovarti di Monteprandone ( ap )

Giugno 2014
“Festival del mare” mostra collettiva negli spazi comunali aperti di Santa Marinella ( rm )

Aprile 2014
“Reperti” mostra collettiva con gli artisti Patalocchi,Alfonzi,D’Alesio nella chiesa di S.Andrea di Ascoli P.

Marzo 2014
“Esterni” mostra personale presso l’Atelier Lucidi Arredamenti di Cupramarittima ( ap )

Gennaio 2013
“In Viaggio” mostra personale presso lo spazio espositivo del ristorante Il viaggio di Ascoli P.

Settembre 2012
“Colori distorti” live painting nello studio d’arte Alfonzi ( ap )

Agosto 2012
“Accesa” mostra collettiva negli spazi comunali del palazzo Parissi di Monteprandone ( ap )

Luglio 2012
“t.a.m.” live painting nello spazio esterno dello stabilimento balneare Sabia Beach di
Grottammare ( ap )

Gennaio 2011
“Esterno 11” mostra personale presso lo spazio espositivo del Centro Mediamuseum di Pescara

Settembre 2010
“Incontro Sotterraneo” mostra collettiva nello spazio espositivo degli scavi archeologici del
Palazzo dei Capitani di Ascoli P.

Settembre 2010
“Salvaguardando” mostra collettiva negli spazi espositivi del Palazzo dei Capitani ( ap )

Agosto 2010
“Irruzioni” mostra collettiva negli spazi comunali di S.Omero ( te )

Luglio 2009
“Eclettica” mostra collettiva all’interno del festival del casale della cervelletto ( rm )

Dicembre 2009
“Reset + Ester” mostra personale presso la galleria Nonsolofumo di Ancona

Dicembre 2009
“Bel Natale” mostra collettiva negli spazi espositivi del Centro comm. Al Battente ( ap )

Luglio 2008
“Onirico Festival” mostra personale all’interno della rassegna di musica “indie” a Sant’Egidio a.v.( te )

Agosto 2007
“Espressioni” mostra collettiva presso gli spazi espositivi comunali di Lacco Ameno di Ischia ( na )

Settembre 2006
“Artisti per la pace” mostra collettiva di artisti marchigiani Steyr ( austria)

Luglio 2006
“Tra il sole e la luna” mostra collettiva all’interno del festival di teatro di strada di Montone ( te )

Giugno 2006
“Arte contemporanea 12” mostra collettiva di artisti marchigiani negli spazi espositivi del liceo scientifico E.Majorana ( rm )

Giugno 2006
“wine comics” vincitore al concorso etichetta vino della rassegna di Acquaviva ( ap )

Giugno 2006
“Posizioni Instabili” mostra personale nello spazio espositivo della libreria Einaudi di San Benedetto d.t. ( ap )

Gennaio 2006
“Premio Artemisia” finalista al concorso di arti visive ( an )

Luglio 2005
“Reset 05” mostra collettiva poresso la galleria Art Sinergy San Benedetto d.t. ( ap )

Giugno 2004
“Tutti al mare” mostra collettiva presso lo spazio espositivo del centro Babazuf di Castel di Lama
( ap )

Giugno 2004
“Stanze aperte”mostra collettiva nelle abitazioni private del borgo di Altidona ( fm )

Maggio 2004
“Ripe 04” mostra collettiva negli spazi comunali di Ripe S. Ginnasio ( mc )

Marzo 2003
“Reset” mostra personale presso la galleria della libreria Rinascita di Ascoli P.

Gennaio 2000
“Dodicizero” mostra personale negli spazi espositivi della facoltà di architettura di Ascoli P.

Settembre 1998
“In circo”mostra personale presso lo spazio privato Santoro di Brianza ( pz )

Marzo 1998
“In circo” mostra personale presso lo spazio espositivo Nabucco di Firenze









La percezione del reale è una storia di sospensioni , sospensione del sentire , in attesa dell’avere , sospensione dell’essere , in attesa del divenire , per ricevere e scomporsi . Nella scenografia della contraddizione apparente viene suggerita la più interiore delle verità .
Nel contrasto della deformazione emotiva l’immagine si lascia percepire intatta e ingoiata da un colore cannibale .
La linea esce e spinge un ipotesi veloce e rotonda , spigolosa e narrativa e mentre segna la sua affermazione , scompare nel realismo sciamanico e urbano mai esistito .
Storia di ventri e abbandoni , di sguardi rovesciati e profili
braccia e miseria , il passato e la predestinazione .
Coincidenze .
Quello che vedi è solo una parte , un riflesso vissuto nel retro del mondo .
Una certezza in dissolvenza mentre lo sguardo ride , una riscrittura d’amore senza amore , di un sè in cerca di sè , di un sè in cerca di sè .
(Alessandra Morelli)

Il gesto frizzante e il segno sottile delle creature di Vincenzo Lopardo
ci conducono,a nostra insaputa,in una dimensione intima e poetica,in cui degli inquieti "esserini",frenetici e passionali ,sembrano essersi generati e sviluppati dalla materia stessa di cui è fatta l´opera dell´artista : folletti o dèi del legno,del ferro,delle materie del mondo,le forme originali e personalissime di Lopardo sono simboli di un regno spirituale , lontano
dall´uomo ma che continuamente lo circondano nel suo contatto quotidiano con gli oggetti .
L´opera di Lopardo si presenta così vicina a noi, nella riconoscibilità materiale e nella simpatia dei suoi personaggi e lontana da noi perchè inafferrabile nella sua genuina spiritualità e nella sua purezza .
(Arianna Pomozzi)

Sono forme ,quelle fermate dalla sua pittura ,capaci di evocare stati
d´animo e sensazioni .Attraverso un uso molto particolare del segno
che si fa sottile ,quasi grafico l´artista rende visibili creature inafferrabili ,dalla sostanza evanescente .Senza mediazioni ,con un gesto forte e istintivo e un colore deciso e contrastante ,riesce a materializzare un mondo intimo e poetico ,dominato da un´inquietudine vibrante e passionale . Come le figure dei dipinti esposti in quest´occasione , donne senza mani che vengono ad essere associate ,in una stessa composizione all´immagine di un cilindro .Una forma tridimensionale ,generatrice di movimento ,che rimanda simbolicamente a un pozzo . Un pozzo di cui è impossibile percepire la profondità e che ,non essendo esplorabile nella sua totalità ,non risulta mai veramente comprensibile .

"Il segno come movimento espresso nel colore".
Sulle tele di Lopardo passano rapide figure in movimento . Il colore ,steso in ampie campiture ,si svincola dal segno comunicando tutta la sua forza espressiva .Il segno resta nella sua natura esile di tratto sottile al quale spetta l´accenno di un gesto ,la precisazione di un movimento . Nella dimensione stessa del colore l´artista ricerca l´istante ,la rapidità dell´intervento .
(Cristina Petrelli)

La sua pittura-vita del corpo , l´infinito decomporsi delle forme naturali , si cercano nel vano tentativo di ricostruire l´anatomia perduta . Arte istintiva ,quella di Lopardo ,che dilata la pupilla
dell´occhio sulla realtà allucinata .La tecnica talvolta minimizza e/o precisa i suoi particolari delle forme .
(Marcello Lucadei)


Una pittura concreta ,materica e strutturata ,queste sono le prime impressioni davanti ai quadri di Lopardo .Le figure ,che si aggirano sulle tele ,sono evanescenti , sembra quasi che emergano dagli sfondi , e suggeriscono un movimento ,che è limitato allo spazio che esse stesse ci concedono .La tavola diventa il paesaggio di un percorso psicologico che ci porta in uno spazio interiore ,che cerca in ogni modo di uscire alla ricerca di se stesso.L´esistenza umana percorre le sue tele lasciando tracce forti del suo passaggio . Già solo osservando la tecnica con cui Lopardo realizza le sue opere si possono avere dei chiari indizi sul complesso percorso , pittorico e mentale ,di ogni tela.Il lavoro infatti procede per sovrapposizione di strati , con pause tra un passaggio e
l´altro . Le figure che si muovono sulla tela emergono lentamente dal lavoro di spatola e pennelli sui diversi strati di pittura ,quasi a voler dare ordine al caos che circonda l´umanità ,con le sue angosce e le sue paure.
(Dario Ciferri)

La pittura di Lopardo è moderna, attuale, vera nell’oggi che rappresenta, trasmette e salva da un vuoto di pensiero che ormai ci attanaglia tutti. Un fluire dall’esterno all’interno dei sentimenti: sfondi di colore intenso ed emotività straziante con umanoidi stilizzati e carnivori, scomposti. Con il lascito di umanità che ci colpisce, ci coinvolge, Lopardo ci trascina in una dimensione sensuale e stentorea, potentemente umana e assolutamente moderna.
( Cristina Patitucci )

La prima volta che ho scritto per lui, ho scritto superdotato, perché Lopardo ha una gestualità pittorica invidiabile. Lo dico da pittrice. Ed è veloce, per giunta.
Non mi dimentico quando ho visto per la prima volta le foto dei lavori di Vincenzo. Un uomo, del verde. Era un trittico. Una sorta di schematizzazione pittorica della castrazione. Indimenticabile verde. Considerate che io ero e sono una psicoanalista. Ero semplicemente felice. Si trattava di un trittico di Reset. Una serie che Vincenzo aveva praticamente già completato prima che lo conoscessi. Non gli ha mai parlato di castrazione e non lo farò ora. La castrazione non è un arrosto, ma gli somiglia. E’ quell’operazione di taglio, una e unica, ma anche perpetua, umana, mancante, incompleto, desiderio.
Un altro lavoro si è intagliato nella mia mente, sempre dello stesso Reset. C’è una figura bianco-viola, e un’altra più lontana, si guardano. Si sono guardati. Si devono ancora vedere. E’ un attimo, gelato. Il momento dello sguardo fugace, intenso. Che si sono detti quei due? Che non si sono detti.
Quanto del loro incontro è ancora da dire? Quanto loro stessi ignorano.
Vincenzo è generoso, ma nella sua pittura è feroce e non concede nulla di più di ciò che è strettamente necessario.
Un fotogramma. Una fetta di fotografia. Un movimento. Un movimento mancato.
Ne è passato di tempo da allora, era il 2002, il 2003 Tu ti arrabbieresti se non dicessi che Reset. Anche se tu stesso m’avverti che è evoluzione di Reset, che poi è stata Ester e ora, Esterno 11.
Cosa è successo? Ora stiamo al mare e i personaggi sono più confusi con lo sfondo, più amalgamati, chissà forse si sono un po’ civilizzati. C’è meno violenza, c’è più noia, meno rancore. L’aria è più distesa, lo sfondo è bianco, spesso. Tutti al mare!
Personalmente, poi, ho un debole per i matrimoni. Queste pose da superdotato ubriaco ai matrimoni, di uomini robusti, qualcuno fa la girandola, una schiaccia il suo grosso seno sullo smoking dello sposo.
Sì forse si può davvero sopravvivere, sembra dirci Lopardo, perfino vivere, sul filo sospeso di un perenne ciak.
(Annalisa Piergallini)

Un ritorno a modelli figurativi semplici che si traducono in pura materia pittorica . L'arte di Lopardo è intima ma loquace , una nuova maniera bipolare di concepire e riprodurre la realtà dove l'effettiva sottrazione formale si tramuta in aggiunta di valori simbolici quanto concreti . Un sole può essere linea e una macchia può diventare volto , la semplice lettura e naturale comprensione del gesto è tutto .
(Rachele Tombini)

E’ un avvicinamento al paesaggio biomimetico quello che Vincenzo Lopardo mette in atto nelle serie pittoriche ADUP, ma non nel senso risolutivo finale, no nel lavoro di Vincenzo non c’è mai emulazione della natura per un fine imitativo, sarebbe troppo logico ed eseguibile; piuttosto è biomimetico il momento iniziale del processo creativo, la scelta di volgere lo sguardo alla natura per trarne una ispirazione sincera.
Allora come accade per la Bio-mimesi , che apprende dal mondo biologico strutture, forme e processi concepiti dalla natura per sopravvivere ed evolvere, riconoscendole una perfezione e una esattezza, Vincenzo recupera dalla natura quelle fisionomie che nel tempo hanno resistito e che sono nel mondo da un istante infinito e primitivo poiché efficienti, adattive e per questo sinonimiche di bellezza.
L’indagine selettiva è avvalorata dalle azioni che l’autore impiega, le stesse che provengono dalle scienze, ne prende in prestito perfino i termini. Le sue tele sono astrazioni, perchè da una complessità di cose che il paesaggio intorno gli fornisce egli isola solo alcuni elementi, una foglia, degli alberi, alcuni aspetti come il colore del cielo in un determinato momento. Separando gli elementi dal resto, le sue tele divengono successivamente anatomie, perché l’operazione di sezione lo porta poi a scomporre e ridurre le cose in figure elementari, sagome primordiali, conformazioni originarie.
Nelle campiture di colore acceso, che fanno da sfondo alle tele, si distinguono nervature vegetali, tessuti cellulari, fusti, filamenti, semi, organi che Vincenzo riorganizza insieme in una nuova composizione possibile, la sua, restituendo ciò che per un istante ha preso in prestito dal mondo biologico.
L’ultimo passaggio creativo supera il fine analitico, Vincenzo fa degli elementi isolati nuova sintesi compositiva, nuovi paesaggi appunto, solo avvicinandosi alle sue tele si scopre la ricchezza dei segni, delle pennellate, delle sovrapposizioni di colore, delle relazioni tra le cose, si riconoscono i singoli elementi biologici in un rimando continuo tra relativa semplicità degli organi e maggiore complessità di un sistema corporeo.
Di fronte alle infinite suggestioni offerte dal creato Vincenzo Lopardo, con il lavoro ADUP, si pone in uno stato di umiltà, quasi disarmante, in cui non può far altro che ricevere e restituire in un contraccambio autentico e originale con l’ambiente in cui vive.
(Sara Cipolletti)