Agape, una favola vera.
agape era un paese incantato, dove tutte le persone vivevano in armonia e pace. era un angolo di paradiso tra cielo e terra, ed erano state cinque sorelle a fondarlo. ognuna di loro rappresentava un colore e un elemento o stato d´ animo.
carolina era la pace e vestiva di giallo, nella era la saggezza e vestiva di arancio, rubina era la luce e vestiva di bianco, margherita era l’ amore e vestiva di azzurro ed infine regina era la liberta´ e vestiva di rosa.
avevano costruito agape, dopo che l’arcangelo michele aveva parlato a rubina che aveva il dono di sentire e vedere le voci degli altri mondi. il messaggero di dio, le aveva detto esattamente cosa doveva fare e chi doveva cercare per portare nuovamente l’ equilibrio sulla terra.
alle cinque donne, si unì´ ben presto tira, una vera signora nei modi e nei fatti,e che nella sua vita aveva sempre lottato e difeso le donne. tira rappresentava la concretezza e si distingueva con il color argento. lei aveva creduto fin da subito nel progetto di amore che le andavano raccontando le sorelle e diede loro manforte nella ricerca del luogo per costruire agape e in molti altri modi.
credeva in questo disegno divino anche cate, una donna che gia´ viveva per donare fiducia e amore ai sofferenti, lei rappresentava la misericordia ed era cosi speciale che vestiva di tutti i colori, aveva una carrozza coloratissima e piena di fiori, profumi e balocchi, con la stessa faceva sognare grandi e piccini e cercava in tutti i modi di realizzare i loro sogni. aiutò´ le altre donne portando avanti senza timore il messaggio di agape e divenendone l´ ambasciatrice speciale.
agape era divenuto un luogo che tutti i pellegrini e i viaggiatori prima o poi desideravano trovare. non vi era uomo o donna, re o regina, pastore e contadina che sfuggisse a questo desiderio.
il primo posto dove agape mise le sue radici fu nel gran ducato gigliato, perché´ li vi erano le giuste concentrazioni di energia e già una volta era stato avviato un percorso di rinascimento.
agape accettava tutti, e non poneva veti di nessuna natura. per varcare i suoi cancelli dorati era sufficiente lasciare o una ciocca di capelli annodati o un nastro di stoffa azzurra, color oro o verde intrecciato alle sue cancellate.
il secondo passo era togliersi le scarpe e rimanere a piedi nudi, poiché era necessario sentire il contatto con la madre terra ed infine se si aveva un cappello o degli occhiali bisognava liberarsi anche di quelli, perché´ il vento doveva essere libero di accarezzare il viso, e il sole doveva essere percepito in tutta la sua grandiosità. tutti questi oggetti una volta appoggiati a terra divenivano, fiori, pietre, piante e per i più sofferenti [come coloro che nella vita avevano dovuto affrontare con grande coraggio le malattie del corpo e della mente] si trasformavano in piccoli animaletti ~leprotti, canarini o criceti~ che da quel giorno sarebbero sempre stati insieme ai loro padroni.
prima di muovere il primo passo nella terra benedetta di agape, che si trovava nell’antico regno del granducato di toscana, era necessario pronunciare la formula magica:
io sono amato, io sono guidato, io sono aiutato, io sono protetto , io sono eterno. a quel punto i piccoli fuochi blu delle lande irlandesi, comparivano davanti al viaggiatore e gli indicavano la via.
se questi aveva problemi di spirito sarebbe stato condotto nel magico labirinto, avrebbe dovuto percorrere la strada due volte, una per andare al centro e per trovare la rosa magica, il cui profumo sapeva risvegliare tutti i cuori, anche quelli più freddi o impietriti dagli orrori del mondo attuale; e la seconda ritornando sui propri passi ripercorrendo i propri errori e le proprie glorie e comprendendo la propria leggenda personale.
se si avevano problemi di salute, c’era un altro percorso fatto delle piante aromatiche più preziose, quelle che la natura aveva messo a disposizione di tutti e delle quali si era perso il significato, il valore e l’utilità. camminando dentro questo circuito e facendo dei grandi respiri si potevano risolvere tutti i problemi di salute. per quelli più gravi si doveva camminare più volte dentro il prezioso giardino, ma alla fine tutto si risolveva.
se invece i problemi che affliggevano il pellegrino erano di stanchezza mentale, vi era un giardino dove delle cascate di acqua si alternavano a dei percorsi di musica celestiale e tutto l’equilibrio veniva rigenerato.
questo era agape, come sopra così sotto.. il paradiso in terra.
molti uomini e donne si unirono in questo progetto, ognuno inizialmente aveva un vuoto da colmare, ma una volta che si erano svuotati potevano davvero un senso alle loro assenze e contribuire ognuno a modo loro. chi sapeva utilizzare il potere delle piante, chi curare con l’ascolto, chi con la pittura, chi con la danza, chi con la scrittura, ognuno aveva un talento e lo portava in dono al centro di agape, ognuno dava ciò di cui era capace e nel frattempo costruiva la propria felicità. perché amare è donare e donarsi.
e questo e´ il primo capitolo di una storia fantastica, che rivoluzionò´ il mondo, lo scosse dal suo interno, tolse il velo dagli occhi delle persone, e aprì le orecchie ai sordi. permise alla vita di manifestarsi nella sua interezza, bellezza e gioia.
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